Marche, sindacati vogliono protocolli aziendali di sicurezza. Contagiati in 1200

Ancona 12 maggio.- Oltre 37 mila contagi da Covid sul posto di lavoro in Italia tra la fine di febbraio e il 4 maggio: significa che più di un contagio su 6 è avvenuto per ragioni di lavoro.

È quanto emerge dai dati dell’INAIL, elaborati dalla Cgil. Sono le donne quelle più colpite e rappresentano il 71,5% dei contagiati.

Medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari sono i lavoratori più interessati dall’infezione polmonare . Nelle Marche i contagi rappresentano il 3,3% del totale nazionale, quindi si stima che finora siano stati oltre 1.200.

Purtroppo i pericoli non sono ancora finiti e questa fase delicata va monitorata con grande scrupolo. Per questo sono fondamentali i controlli da parte delle autorità competenti: dall’ASUR, all’Ispettorato del lavoro” dichiara Giuseppe Santarelli, Segretario regionale CGIL Marche.

Per il sindacato è’ stato molto importante che Governo e Parti sociali abbiamo sottoscritto il Protocollo del 14 marzo poi integrato il 24 aprile e recepito nel Dpcm 26 aprile. Quel Protocollo indica le strategie più idonee a prevenire la diffusione dei contagi nei luoghi di lavoro: sanificare gli ambienti di lavoro, proseguire con il ricorso al lavoro agile laddove possibile, dotare i lavoratori e lavoratrici di tutti i dispositivi di protezione individuali necessari, differenziare gli accessi in entrata e uscita, riorganizzare l’attività .

Aggiunge Daniela Barbaresi ( nella foto), Segretaria Generale CGIL Marche: “Ora è fondamentale che ,in ogni azienda, quelle misure di sicurezza vengano declinate concretamente in specifici protocolli aziendali da discutere e condividere con le Organizzazioni sindacali. In queste ultime settimane si è continuato a parlare di quando riaprire tutto, ma si è discusso meno di come riaprire, garantendo quali misure e quale sicurezza. Auspichiamo che si possa tornare presto alla normalità ma proprio per questo è necessario che ognuno faccia la propria parte.”

 

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