Marche, stato di agitazione per 25 mila addetti nel legno

 Ancona, 11 agosto 2020 .- La rottura delle trattative  tra industriali e sindacati per il rinnovo del contratto nazionale nel settore del legno ( scaduto a marzo), ha portato all’apertura di uno stato di agitazione generale da parte delle organizzazioni dei lavoratori. Nelle Marche la questione riguarda 25 mila addetti.

Per Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil  “la decisione di Federlegno di abbandonare il tavolo della trattativa perché  non c’erano piĂą le condizioni, è irresponsabile e gravissima”. I sindacati del comparto avevano valutato come insufficiente la proposta arrivata dai datori di lavoro sia nella parte normativa che in quella economica.

“Siamo convinti da tempo che per vincere la sfida della competizione globale -sostengono Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil – specialmente dopo il COVID, le aziende italiane del mobile e dell’arredo devono puntare sulla qualitĂ  del prodotto e dell’innovazione, questo vale sopratutto per il nostro distretto marchigiano del mobile. Lo stato di agitazione si cala in un contesto e in una congiuntura che può leggersi in chiaroscuro. Finita emergenza COVID – aggiungono – tireremo le somme, però ad oggi,  se è innegabile che tante aziende sono in affanno e hanno chiuso i battenti, è pur vero che tante altre, specialmente quelle che lavorano con export (Cina e Russia in primis), hanno ripreso clienti e fatturati, anche per la riconferma dei vari bonus fiscali.” Per i sindacati inoltre

“La situazione del settore legno nelle Marche è eterogenee ed  il quadro è, in parte, differente da provincia a provincia :  tuttavia il settore, superata la grande crisi, da’ qualche tangibile segnale di ripresa. Alcuni dati posso darci una mano a capire meglio gli andamenti. In particolare nel settore si assiste ad una forte “polarizzazione” tra grandi gruppi che crescono e piccoli che soffrono maggiormente”.

Le aziende del settore erano 2266  nel 2017 e sono 2133 nel 2019. Gli addetti del settore erano 25613 nel 2017 e erano 25352 nel 2018, quindi sostanzialmente stabili.  Va detto, guardando dentro il dato, che il numero delle medie e grandi aziende sono sostanzialmente invariate, crescono addirittura quelle tra 20 e 49 addetti, mentre calano tra le piccole (fino a 5 dipendenti). Le imprese del mobile marchigiano producono un giro d’affari che nel 2017 ha svalicato i 3 miliardi di euro, in crescita dell’1,2% rispetto ad anno precedente.

 

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