Ascoli.- I Giardini Pubblici di Corso Vittorio Emanuele ad Ascoli Piceno sono unâarea verde con un grandissimo valore storico-culturale: lâidea di dotare il centro storico della cittĂ di uno spazio verde nasce dopo lâUnitĂ dâItalia, nel 1863, quando venne approvato il piano di abbellimento cittadino da parte del Ministero dei Lavori Pubblici, cui si aggiunse, nel 1869, la delibera alla realizzazione di un giardino pubblico come soluzione per la sistemazione dellâingresso della cittĂ a Porta Maggiore.
Il progetto e la direzione dei lavori vennero affidati ad uno dei personaggi piÚ autorevoli della cultura ascolana del periodo: Giulio Gabrielli, pittore, restauratore, archeologo, primo direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno nonchÊ direttore della Biblioteca e del Museo Archeologico. Accanto a lui, operò poi Antonio Orsini, altro illustre studioso, farmacista e scienziato, che dotò il parco di una ricca e rara vegetazione.
Ă in data piĂš recente, nel 1961, che a seguito di alcuni lavori di sistemazione venne collocato nel parco il monumento dedicato al re Vittorio Emanuele II di Savoia, realizzato dal celebre scultore ascolano Nicola Cantalamessa Papotti. Nel 1998 i giardini acquisiscono di altre due sculture: “Porta della luce” e “Il picchio e l’aquila” installate in occasione del concorso nazionale per opere di scultura in travertino ascolano.
Oggi i Giardini Pubblici si arricchiscono di unâaltra scultura, La Rosa del Progresso, opera del celebre artista contemporaneo Marco Lodola, grazie alla generosa donazione della Fondazione Elisabetta Sgarbi, in occasione del 22° Festival La Milanesiana, ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, ispirata allâimmagine della rassegna (la rosa) creata dal cantautore e pittore Franco Battiato. Lodola ha progettato una scultura luminosa in metallo, delineando il profilo di una rosa, alta circa tre metri, perfettamente in linea con la sua produzione, riproponendo le tecniche che lo hanno reso iconico e celebre a livello nazionale e internazionale e facendola dialogare con le pregevoli specie botaniche dei giardini.
Rispondendo allâappello lanciato dal Comune di Ascoli Piceno con lâiniziativa âAdotta un monumento, unâaiuola, unâarea verde, una ruaâ, Panichi Srl ha dunque âadottatoâ i Giardini Pubblici di Corso Vittorio Emanuele, avviando un intervento di riqualificazione del sito non solo dal punto di vista botanico e paesaggistico, ma anche edile.
I lavori, infatti, consistono in una serie di opere di manutenzione ordinaria, tra cui il ripristino di tutti i camminamenti con del nuovo ghiaietto spaccato, lavato e successivamente compattato, il recupero di tutte le bordure in pietra delle aiuole attraverso il riposizionamento delle pietre calcaree mancanti, e una ricostruzione dei muretti a secco. Si aggiunge anche lâimportante intervento di recupero della fontana attraverso il ripristino del muretto perimetrale e dell’impianto di illuminazione, il rifacimento del sistema idraulico dal pozzetto esistente fino alla fontana e l’impermeabilizzazione delle pareti immerse nellâacqua.
Per quanto riguarda la cura dellâarea verde, lâintervento della società è iniziato a febbraio di questâanno con lâassunzione di un esperto giardiniere incaricato alla manutenzione e alla custodia del parco.
A questo si aggiunge il lavoro dellâAgronomo Agostino Agostini che ha accuratamente valutato il sito e ha suggerito le linee guida per la riqualificazione, tenendo conto delle sue caratteristiche storico-artistiche e botaniche.
Prima di iniziare i lavori, è stata redatta una relazione tecnica che ha preso in esame tutti i 30 esemplari di alberi ospitati nel parco: attraverso una metodologia dâanalisi conosciuta come V.T.A. (Visual Tree Assesment), si è potuto decidere quali fossero gli interventi arboricolturali piĂš adatti ad assicurare la totale sicurezza dellâarea pubblica, ma anche la salvaguardia di tutte le specie arboree prese in esame, cercando di tutelare âle centenarie abitudiniâ di queste ultime.
Nei giardini pubblici di corso Vittorio Emanuele, delle originarie specie arboree scelte e consigliate dallâillustre Antonio Orsini, restano un cedro del libano, alcuni lecci, un tiglio, un ginkgo biloba, un platano e due acacie. Meritevoli di menzione sono due esemplari di pittosporo, specie arbustiva, allevati a forma di albero, ed altri arbusti come la spirea e una rosa.