Nuovo allarme dei Geometri. Burocrazia blocca la ricostruzione post-sisma, snellire le procedure !

Ascoli Piceno 20 maggio.- “La burocrazia sta ancora bloccando tutta la ricostruzione post-sisma, a quasi 3 anni dal terremoto. O qui si snelliscono pratiche e procedure, con personale e tempi certi, oppure passeranno ancora 8-10 anni prima che si arrivi alla fine. E nel frattempo migliaia di sfollati dovranno restare per chissà quanti altri inverni ancora, nelle casette in montagna e al freddo.” E’ il nuovo allarme lanciato oggi da un preoccupatissimo  Leo Crocetti, presidente provinciale del Collegio dei Geometri di Ascoli.

” Siamo veramente disorientati per quello che sta accadendo, e ciò nonostante le tante promesse e gli annunci fatti dalla politica e dalle istituzioni. E’ possibile che dopo tutto questo tempo, con le risorse che ci sono, e con 74 ordinanze commissariali firmate, si sia ancora fermi a questa situazione critica ?” Il presidente dei Geometri sciorina i dati aggiornati sul contesto in cui tecnici, professionisti e imprese – per il 90% tutte locali -si trovano ad agire , in condizioni di grande incertezza : ” Al maggio del 2019 gli Uffici speciali per la ricostruzione che operano  in tutto il cratere del centro Italia impiegano solo 300 addetti, mentre noi ne avevamo chiesto almeno il raddoppio. Ma il nuovo personale per valutare i progetti non è stato assunto. Le ordinanze – continua Crocetti – di cui solo 4 adottate dal nuovo Commissario Farabollini ( che deve però essere messo in condizioni di lavorare..) spesso sono incomprensibili, come la n.62 che elenca tutta una serie di misure da abrogare contenute in precedenti ordinanze. E complessivamente nelle Marche il rapporto tra i decreti e le pratiche presentati agli Usr per danni lievi è del 45%, per gli immobili produttivi del 17% e addirittura di solo il 10% per gli edifici con danni pesanti.” Inutile un commento.

Ricordato che per il Presidente dei Geometri di Ascoli,  per anni presidente regionale della sua categoria, “la responsabilità a monte di questo scenario sconfortante è del modello emiliano che si è adottato all’inizio con il Commissario Errani, e per un territorio montano e difficile del tutto diverso da quello padano pianeggiante e attrezzato”, ora è urgente fare dei passi in avanti, per il bene di tutte le comunità colpite. A cominciare dal semplificare davvero le pratiche attuali : “Detto dell’aumento del personale degli Uffici, sarebbe per esempio il caso di mettere in capo ai tecnici che devono valutare i danni e redigere i progetti per i privati, la responsabilità del certificato di conformità edilizia dei fabbricati  senza aspettare il parere dei Comuni, altrimenti si va alle calende greche per tutto. Alcune misure prese poi da Farabollini sono state utili, ma bisogna fare di più.”

Questo il quadro reale della ricostruzione post-sisma, in particolare nelle Marche. E su tutto  l’incombe la pesante ombra di 1300 possibili emendamenti che prima dell’estate potrebbe essere presentati al Decreto Sblocca-Cantieri, con il rischio di arrivare nei prossimi mesi ad un ulteriore incancrenimento della situazione. Altro che semplificazione !  Ma questa è l’Italia..

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