Nuovo vertice tra Regione e Confindustria, in attesa del rilancio del sistema Marche

“Per riportare le Marche a livelli di crescita pari a quelle delle regioni più virtuose, superando anche le difficoltà conseguenti il sisma, è necessario accelerare e concentrare le azioni su obiettivi strategici prioritari per un sviluppo economico sostenibile, intelligente, inclusivo.” Sarebbe questa , secondo fonti imprenditoriali, la “sfida condivisa” nel nuovo incontro tenutosi ad inizio dicembre ad Ancona tra la giunta regionale presieduta da Luca Ceriscioli e l’esecutivo di Confindustria Marche guidato da Bruno Bucciarelli.

Per Confindustria   “essenziale è una politica industriale in grado di valorizzare il manifatturiero” e ciò affrontando  “le criticità conseguenti al sisma con un approccio proattivo e organico partendo dal Patto per lo Sviluppo post terremoto per dare risposte tempestive di breve periodo, ma anche con linee di intervento di medio e lungo termine. “. Tutto questo , naturalmente “migliorando il contesto attraverso una macchina amministrativa efficiente, con piu semplificazione e meno burocrazia nella consapevolezza che l’ammontare delle risorse messe in gioco, fra i fondi nazionali e quelli aggiuntivi comunitari, rappresenta una leva fondamentale per la ripresa economica”. Secondo gli industriali gli assi prioritari di azione sono quindi “la ricostruzione, il territorio e i lavori pubblici, le reti e le infrastrutture, l’energia e l’ambiente, l’innovazione, la ricerca e l’industria 4.0. ” E poi ancora  “l’internazionalizzazione e i mercati globali, la qualificazione delle risorse umane, la formazione dei giovani, il turismo e la cultura per l’attrattività del territorio, le prospettive legate al sisma.” Forse troppi assi, se ci si dovrebbe concentrare su alcune scelte strategiche… Ma comunque sia, tutti senza dubbio importanti. Più cauto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli che durante il confronto ha sostenuto che “la ricostruzione e lo sviluppo sono i due obiettivi principali che  permettono di dare un indirizzo forte all’attività del governo regionale”, e ha assicurato anche “l’impegno per la salvaguardia dell’aeroporto e dell’interporto e per migliorare la viabilità e i collegamenti delle aree interne,  ricordando inoltre le opportunità legate alla costruzione di tre nuovi ospedali nelle Marche e alla ricostruzione post sisma di circa cinquantamila edifici.”

Non sarebbe difficile ipotizzare che se solo un terzo di tutti questi “assi portanti” fossero davvero attuati, le Marche avrebbero già avviato la ripresa, sisma e non sisma, crisi o non crisi. Ma come dimostrano tutte le statistiche e i dati – persino quelli di Bankitalia molto recenti – il sistema regionale continua ad arrancare. E questo vale soprattutto per il manifatturiero, che una volta era davvero il fiore all’occhiello di tutto il territorio. I distretti produttivi ridotti al minimo storico delle loro potenzialità – Fabriano e Piceno in testa, ma anche il calzaturiero e il mobile hanno le loro problematiche serie..-   la ricostruzione che stenta molto a partire, e anzi in alcune zone terremotate deve ancora attendere il superamento dell’emergenza ( 330 casette consegnate su 1875 richieste) , e poi reti, infrastrutture e innovazione che scontano forti ritardi, in molte aree e in molti comparti economici. Con la pesantezza dell’apparato burocratico e il livello insostenibile della pressione fiscale, che continuano a incombere su tutto. Insomma, al momento nelle Marche, la ripresa non è proprio alle porte. Vedremo se le enormi risorse promesse dall’alto e che dovrebbe giungere sul territorio nei prossimi mesi, potranno davvero farla partire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

dell’aeroporto e dell’interporto e per migliorare la viabilità e i collegamenti delle aree interne, ricordando anche le opportunità legate alla costruzione di tre nuovi ospedali nelle Marche e alla ricostruzione post sisma di circa cinquantamila edifici.

Sottolineato da Confindustria anche l’aspetto del credito. Le piccole imprese marchigiane sono infatti fortemente penalizzate dalle crisi bancarie visto che lo sviluppo passa anche per il sostegno delle banche. Essenziale inoltre una politica industriale in grado di valorizzare il manifatturiero e le sfide della innovazione e dell’internazionalizzazione. “Finalità dell’industria marchigiana – ha detto Bucciarelli –  è rendere la fascia di imprese virtuose che crescono in modo vivace, sempre più ampia, competitiva e con capacità di traino di tutto il sistema produttivo, non solo manifatturiero, ma anche dei servizi connessi alla produzione, con ricadute positive per tutta l’economia regionale. Massima attenzione all’utilizzo pieno, con efficacia e rapidità, di tutte le risorse comunitarie disponibili, rispettando i target di spesa e le relative tempistiche, per non rischiare il disimpegno automatico delle risorse. Il nostro documento è il frutto di lungo ed accurato lavoro di confronto ed analisi che ha coinvolto Confindustria Marche, Ance Marche,  le Territoriali, in una sintesi puntuale e precisa che ha raccolto le istanze del mondo imprenditoriale e di tutte le aree produttive”.All’incontro hanno partecipato e sono intervenuti i Presidenti delle Territoriali Pesarini, Schiavoni, Papalini, i past President di Confindustria Marche Guzzini e Pieralisi, per la Consulta attività estrattive Cioli, per la Consulta Turismo Di Sabatino e Antonelli che ha trattato lavori pubblici e territorio.

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