Per le calzature speranze dalla Russia ( nonostante sanzioni e covid)

Fermo 24 ottobre.- Segnali di speranza per le calzature marchigiane arrivano dal mercato russo. La fiera Obuv di Mosca ha mostrato che i compratori di quel grande paese sono ancora interessati ai prodotti di qualità, in particolare quelli italiani. Tanto che sono arrivati nuovi ordini anche alle 20 aziende delle Marche che hanno partecipato all’evento, seppur rappresentate da agenti locali. “Siamo tornati indietro di anni, ma abbiamo anche la conferma che il vecchio sistema del presentarsi con il campionario funziona” afferma Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico.

Quella di Mosca è stata certamente una fiera anomala, per la ragioni che conosciamo a livello internazionale. Ma chi ha avuto la tenacia e la determinazione per investire e crederci ancora, in un mercato che anni fa era la più importante area di export per le imprese calzaturiere marchigiane, è stato premiato.

“Il risultato dell’Obuv, nonostante le basse aspettative, è stato incoraggiante- sottolinea ancora Fenni. Ci sono stati diversi ordini. I russi hanno voglia di scarpe italiane. Gli imprenditori sono tornati con una consapevolezza: la crisi c’è, ma una scarpa o uno stivale, ben fatto sempre un suo mercato ha. E poi, i clienti dei paesi che si sviluppano oltre gli Urali si confermano pronti a spendere di fronte alla qualità”.

Per questo le aziende del settore non hanno alcuna intenzione di abbandonare un mercato segnato da troppi anni da sanzioni  che Confindustria definisce senza termini ” autolesionistiche , decise dall’Europa e avallate dall’Italia. ” Un’area , quella russa che tra l’altro è penalizzata anche dalla svalutazione del rublo. Ma chi ci ha creduto, chi non ha abbandonato negozianti e distributori ora ha avuto il suo riconoscimento. ” È un segnale di speranza- aggiunge Fenni – senza enfasi. Ma che in un clima di pandemia mondiale in cui gli imprenditori si sentono abbandonati dalle istituzioni, rappresenta una boccata di ossigeno”.

Chiuso l’Obuv, il mirino ora è puntato su Kiev dove si apre ‘La moda italiana’. “E anche in questo caso gli imprenditori partono con le proprie forze, visto che anche la Simest ha comunicato proprio a metà settimana di avere terminato i fondi finalizzati all’internazionalizzazione..

 

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