Pesaro, ristoratori protestano in piazza

Pesaro 23 aprile.- Dopo due mesi di blocco totale delle attività, alcune categorie economiche con migliaia di piccole imprese e lavoratori dipendenti sono allo stremo. Tra quelle che hanno subito di più la chiusura forzata c’è la ristorazione. Per questo settore poi, non si prevede una riapertura graduale del lavoro se non prima di metà maggio. E con forti limiti e restrizioni, sia in quanto agli accessi che al distanziamento tra i clienti. Una prospettiva che rischia di mettere a terra uno dei comparti più importanti delle Marche, legato a doppio filo con la produzione agricola del territorio e il turismo. Per tutti questi motivi i ristoratori di Pesaro hanno deciso di protestare in piazza il 28 aprile prossimo, “in mutande” oltre che di tentare di attuare uno sciopero fiscale che faccia capire alle istituzioni le difficoltà della propria condizione. Della protesta si fa portavoce lo chef di Cartoceto, Lucio Pomili : “La situazione è ormai divenuta insostenibile, e le promesse di liquidità e cassa integrazione del Governo non sono state mantenute. Stiamo pensando di fare uno sciopero fiscale – aggiunge Pomili – perchè non possiamo pagare le tasse senza avere i soldi per farlo. E non possiamo accettare che lo Stato ci spinga ad indebitarci ancora di più.”  Ma se ciò non bastasse a cambiare le prospettive e le decisioni sul loro settore, i ristoratori sono pronti anche ad uno sciopero della fame. Da notare che secondo Pomili, nella provincia di Pesaro su 400 attività solo 3 hanno avuto il prestito da 25 mila euro, a valere sulle norme che forniscono la garanzia dello Stato per il finanziamento da parte delle banche.

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