Piceno, la lotta delle piccole imprese per costruire il futuro

Ascoli Piceno 7 maggio.- Indagine della Cna sulle aspettative di artigiani e commercianti del Piceno riguardo le ripartenze delle attivitĂ . La Cna di Ascoli ha elaborato, su base provinciale, i dati forniti dal sistema associativo nazionale che ha monitorato – nelle ultime 3 settimane – aspettative, preoccupazioni e problemi di micro e piccole attivitĂ  riguardo la fase di ripartenza appena avviata. Un ritratto in chiaroscuro di un territorio che ha voglia di tornare ad essere “vivo” ma non sa, a livello di impresa, se riuscirĂ  a vincere questa ennesima sfida che si somma alla crisi generalizzata di questi anni e a tutte le complicazioni determinate dagli eventi sismici. Il sondaggio Cna ha riguardato oltre 14mila imprese in tutta Italia e circa un migliaio nelle Marche e nella nostra provincia.

PREOCCUPATI SI’, MA SI CERCA DI ESORCIZZARE LA DISPERAZIONE. Su cento imprenditori Piceni che hanno risposto al sondaggio della Cna, 20 sono angosciati e smarriti riguardo al futuro. Solo 14 si dichiarano ottimisti. La maggioranza, ovvero il 66 per cento, sono preoccupati ma pronti a ricominciare. “Il dato rispecchia a nostro avviso – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – il vero stato d’animo di chi vuole continuare a fare impresa, creare occupazione e contribuire il Pil del territorio. C’è voglia di fare ma anche la consapevolezza che in questo caso da soli non ce la si può fare. Per questo il contro impegno, come Associazione, resta quello di spingere al massimo, sia a livello di governo nazionale che regionale, affinché le misure di sostegno per piccole e micro imprese siano immediati, con fardelli burocratici ridotti al minimo e realmente funzionali a una rapida ripartenza produttiva”.

I CONTI REALI CON LA RIDUZIONE DEL FATTURATO. Aspettative e speranze a parte, i dati del sondaggio Cna – entrando nel dettaglio dei numeri – rilevano che oltre la metà delle piccole imprese (il 55 per cento) prevedono per il 2020 un calo di fatturato compreso fra il 40 e il 60 per cento rispetto a quello dell’anno precedente. Solo il 4 per cento prevede che sia invariato o addirittura in leggera crescita. Per quasi il 10 percento, invece, si prevede un calo dall’80 per cento al cento per cento.

E’ STATA “NOTTE FONDA” DA MARZO A MAGGIO. In queste settimane di severissime misure restrittive, nel Piceno, solo il 22 per cento del totale delle imprese artigiane e commerciali ha potuto proseguire (interamente o con limitazioni) l’attività produttiva. Il 70 per cento si è fermata, solo il 6,5 per cento è andata avanti parzialmente con consegne o lavori artigiani a domicilio.

CREDITO E MORATORIE BANCARIE: UNA RISPOSTA ANCORA INADEGUATA RISPETTO AL VOLUME DELLE RICHIESTE DELLE IMPRESE. Il 27,7 per cento degli imprenditori Piceni ha dichiarato di aver chiesto e ottenuto una moratoria riguardo mutui e leasing. Ma una fetta altrettanto importante (il 20,7 per cento) aspetta ancora una risposta dalla banca di riferimento. Il 49,4 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver fatto richiesta per un aiuto ma la risposta è stata negativa. Nel complesso il 39,4 per cento delle imprese ha richiesto un credito aggiuntivo fino al 25mila Euro mentre quasi il 42 per cento ha rinunciato a chiedere qualsiasi intervento di sostegno alla propria banca. “Quest’ultimo dato – conclude Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno – ci deve fare molto riflettere per l’immediato futuro.

IL LAVORO. Più della metà (il 53 per cento) delle micro e piccole imprese artigiane e commerciali del Piceno  sta facendo ricorso agli ammortizzatori sociali per la sospensione a zero ore dell’attività. Il 20,4 per cento li richiederà per riduzione di orario e solo il 26,7 per cento dichiara di non avere necessità di richiederli. E sono ancora più preoccupanti i dati relativi al sostegno per i lavoratori. Il 12,7 per cento delle imprese è infatti riuscita ad anticipare ai propri dipendenti l’importo della cassa integrazione, il 5,2 per cento dei dipendenti ha invece richiesto l’anticipo della cassa alla banca. Ma ben l’82,1 per cento dei lavoratori – al momento della somministrazione del questionario informativo della Cna – non aveva ancora ricevuto né l’anticipo dall’azienda né quello dalla banca.

IL FUTURO DEL LAVORO AI TEMPI DE DISTANZIAMENTO SOCIALE. Quasi il 61 per cento di artigiani e commercianti – rileva sempre la Cna di Ascoli – ha già adeguato o sta adeguando la propria attività alle nuove norme che consentiranno la ripartenza dell’attività produttiva. Il 18 per cento non lo ha ancora fatto e un preoccupante 21 per cento dichiara che non sa bene cosa deve fare per mettersi a norma.

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