Pro Vita all’Agenzia sanitaria : “Sull’aborto non si fa prevenzione”

Ancona. «È inconcepibile pensare di continuare a parlare di aborto, di interruzione volontaria di gravidanza e di legge 194 come se fossimo ancora negli anni ’70 o ’80, mentre sono trascorsi quasi 50 anni dalla promulgazione della legge del 1978 che nel titolo accosta, quasi come un paradosso, la tutela della maternità e l’interruzione volontaria di gravidanza».

Questo hanno dichiarato il dott. Roberto Festa e la prof.ssa Clara Ferranti che lo scorso mercoledì 24 maggio sono stati ricevuti a palazzo Rossini, sede dell’Agenzia regionale sanitaria, per un confronto sulla situazione dei consultori familiari delle Marche in riferimento all’applicazione della legge 194/78.

All’incontro, convocato dall’assessore Filippo Saltamartini, per la parte pubblica erano presenti la dott.ssa Benedetta Raffaella Ruggeri e la dott.ssa Simonetta Silenzi, per la parte del terzo settore la prof.ssa Clara Ferranti, referente regionale di Pro Vita e Famiglia, e il dott. Roberto Festa, medico di famiglia, presidente del Centro di aiuto alla vita (CAV) di Loreto e vice presidente del Forum regionale delle associazioni familiari, accompagnati da Mirella Antonelli, una volontaria del CAV di Jesi, e da due giovani donne di cui l’una, Irene Properzi ‒ pubblicamente coinvolta come studentessa universitaria nei recenti fatti di Macerata alla Biblioteca statale ‒ ha abortito volontariamente, l’altra, il cui nome rimane anonimo, stava per abortire avendo già in mano il certificato per l’aborto con urgenza e poi salvata in extremis grazie proprio all’intervento del CAV di Loreto.

«Così ‒ continuano Festa e Ferranti ‒ a 45 anni esatti dalla promulgazione della legge 194, che porta appunto la data del 22 maggio 1978, la dirigenza dell’Agenzia ha ascoltato e ha potuto comprendere, dalla testimonianza diretta delle donne che sono passate per i consultori familiari della nostra regione, quale sia la triste routine di mancanza di tempo, mancanza di informazione, mancanza di accompagnamento e di ascolto, mancanza di offerta di servizi e di soluzioni concrete verso la donna che per varie circostanze si trova nella drammatica situazione di chiedere al consultorio familiare aiuto per una gravidanza difficile».

Le dirigenti dell’Agenzia regionale sanitaria hanno ascoltato la voce delle ragazze, le istanze dei tre portavoce del mondo provita e hanno raccolto ulteriore documentazione riguardante casi di vari consultori del territorio regionale, «così da poter dichiarare, al termine della riunione ‒ affermano Festa e Ferranti ‒, “Sì, abbiamo capito che c’è molto, molto da fare!”.

Secondo Pro Vita e Famiglia “la legge che tutela la maternità e regola l’interruzione volontaria di gravidanza c’è ma di fatto da 45 anni non viene applicata nella parte preventiva dell’aborto, ciò che rende ancora più urgente un intervento efficace su questa deplorevole realtà».

foto : pro vita e famiglia ( fb)

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