Proroga del blocco totale fino al 13 aprile

Ascoli Piceno 1 aprile.- Il blocco totale delle attività non essenziali e degli spostamenti individuali, che era in scadenza il 3 aprile, sarà prorogato fino al 13 aprile. Lo ha comunicato il Ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo ad un’informativa in Senato. Come ci si attendeva dunque, il Governo ha deciso di tenere le maglie strette fino a Pasqua, sperando di vedere sensibilmente calare la curva epidemica del coronavirus per quella data.

Una proroga però di 10 giorni e non di due settimane, fino al 18 aprile, come alcuni osservatori avevano anticipato qualche giorno fa. Solo dopo Pasqua, l’Esecutivo Conte valuterà gli effetti delle misure di contenimento e deciderà se e come riaprire alcune attività commerciali ed economiche, e magari allentare le limitazioni alle libertà individuali. L’ipotesi prevalente è quella che andrà per gradi, cominciando dalle imprese che non devono lavorare a contatto diretto con i clienti ( i meccanici per esempio). Di certi i locali pubblici come bar e ristoranti saranno gli ultimi della lista. Contemporaneamente, saranno probabilmente adottate delle misure mirate per le fascie di età e gli operatori più a rischio di contagio ( in Germania, già dall’inizio della crisi i nonni non potevano stare con i nipoti). Tutto dipenderà però dall’andamento epidemiologico e dalla situazione di metà aprile. Non è chiaro al momento se il picco della pandemia, in Italia sia stato raggiunto. Alcuni esperti dicono di si ed altri no. Di certo il tasso di crescita dei positivi si è ridotto anche in Lombardia e nelle aree più critiche, e questo fa ben sperare per il prossimo futuro. Anche se il numero dei morti giornalieri resta ancora molto alto : oltre 800 ieri. Ma anche qui non è certo che tutti questi decessi siano stati causati dal Covid19 o invece da complicanze legate alla contrazione del virus su pazienti in larga maggioranza molto anziani già malati di altre patologie. Sempre in Germania per esempio, dove peraltro i posti letto di terapia intensiva sono molto maggiori di quelli italiani, il conteggio dei deceduti viene fatto in maniera diversa. Comunque sia, Nord a parte – e province di Bergamo e Brescia a parte – nel Centrosud l’emergenza sanitaria non ha mai raggiunto livelli insostenibili per un Paese moderno, che dovrebbe contare su un sistema sanitario pubblico efficiente ed attrezzato e non ricorrere ai privati in caso di emergenza. Nelle Marche ad esempio, il numero de ricoverati in terapia intensiva è stabile intorno ai 170 pazienti.

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