Report e LAV denunciano le criticità dei polli “bio” Fileni

Ancona.-Animali trattati in maniera scorretta, etichette di prodotti venduti come biologici quando invece contengono polli alimentati con mangimi misti ( quindi con Ogm). E poi stabilimenti di allevamento super-intensivo dove vengono tenute accese anche di notte le luci per far mangiare senza sosta gli animali – da ingrassare al massimo per il mercato – e dove non sembra sia concesso al pollame di rimanere all’aria aperta un terzo della propria vita, come prescrivono le regole.

Tutto questo ed altro è emerso dall’approfondita e coraggiosa inchiesta realizzata sulle produzioni marchigiane e romagnole del Gruppo Fileni , da Giulia Innocenzi per Report di Rai3 e andata in onda in tv ieri sera, lunedi 9 gennaio. Nel programma sono stati diffusi video forniti dalla LAV ( Lega antivivisezione) che  mostrano operai – in particolare nel grande capannone di Monteroberto – che uccidono con la pratica scorretta della torsione del collo, decine di polli che “non sono cresciuti abbastanza”. Una pratica permessa – per ammissione del dirigente veterinario dell’Asur intervistato dalla giornalista – solo in via emergenziale, ma che invece sembrerebbe attuata in maniera ordinaria nei siti dell’azienda in questione.

Insomma una serie di importanti criticità nella filiera produttiva- con conseguenze anche per la vivibilità quotidiana dei residenti più vicini agli allevamenti, come denunciato da comitati di cittadini di Jesi e dintorni in relazione agli odori maleodoranti diffusi nelle aree interessate – che la LAV segnala da tempo con riguardo all’intero comparto zootecnico. Da notare, poi che la stessa azienda della famiglia Fileni ammette rispondendo a domande di Report, che solo l’11% della propria produzione è biologica..

Giulia Innocenzi con un consulente della Polizia giudiziaria

“L’inchiesta – afferma l’associazione -mette ancora una volta in luce le gravi problematiche del sistema zootecnico che produce miliardi di animali ogni anno (FAOSTAT 2020), con 533 milioni di polli macellati solo in Italia nel 2021 (fonte Banca Dati Nazionale).  

Circa il 98% dei polli allevati in Italia per la loro carne è della razza broiler , appositamente selezionata e modificata geneticamente negli anni per sviluppare enormemente e in tempi record le parti del corpo più richieste dal mercato. Ed è così che, attraverso la selezione genetica, i broiler sviluppano in poche settimane di vita un enorme petto, tanto da essere inviati al macello giovanissimi, intorno alle 4 settimane di vita.  “

 E nonostante la loro brevissima esistenza, i polli broiler soffrono di malattie cardiorespiratorie e muscoloscheletriche proprio a causa di un corpo deforme che si ingrossa più di quanto i loro muscoli e il loro cuore possono sostenere. La sofferenza di questi animali è tangibile, come evidenziato dalle immagini andate in onda ieri.

 “La presenza quotidiana della malattia – spiega il direttore della Lav Roberto Bennati– e cioè del far stare male gli animali, e accettare che questa malattia sia economicamente tollerabile rispetto al sistema di produzione significa creare un allevamento malato. Dentro questi allevamenti è praticamente impossibile il controllo dato il numero elevato di animali e di allevamenti, ma l’illegalità si radica proprio in questo”.  

In Italia, ricorda ancora la Lav il consumo della carne di pollo è in crescita, contrariamente ai consumi di altre carni che sono stabili o in declino. E per rispondere alla richiesta del mercato, i polli vengono costretti a vivere una non vita, ammassati in capannoni, spesso bloccati e costretti a terra sulle proprie feci perché non in grado di alzarsi. Elementi che però, molto spesso, non sono noti ai consumatori.              mt

credit : report/lav

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