Sanità nelle Marche, Pronto Soccorso e liste d’attesa i punti critici

Ancona 18 dicembre.- Poche settimane fa sono stati pubblicati i primi report dell’indagine della Scuola Universitaria Superiore S. Anna di Pisa, che analizza le performance dei sistemi sanitari di un network di 10 regioni, valutando circa 300 indicatori relativi al 2018 da cui emerge un quadro che merita alcune riflessioni.

Gli indicatori analizzati evidenziano una situazione di complessivo miglioramento negli ultimi anni, come è possibile osservare dalla rappresentazione grafica dei bersagli riportati di seguito.

L’indagine indica i punti di forza del sistema sanitario marchigiano, tra i quali, in generale: l’efficacia assistenziale delle patologie croniche; la degenza media dopo interventi chirurgici; il governo della domanda; l’equilibrio patrimoniale e finanziario. Nell’area oncologica: gli screening, i tempi di attesa per la chirurgia e i trattamenti specifici

La prima serie di criticità evidenziate riguarda i Pronto Soccorso, con il problema dei tempi di attesa, che confermano la difficoltà rispetto alla tempestiva gestione delle casistiche meno urgenti le cui performance sono valutate come molto scarse.

In particolare le Marche sono la Regione del network con la più bassa percentuale di accessi al Pronto Soccorso con codice verde visitati entro un’ora. Questa performance risulta di basso livello (52,4%, a fronte di una media del 67,9%), nonché peggiorata rispetto all’anno scorso. I dati sono notevolmente differenziati tra le diverse strutture ospedaliere: nelle Marche le performance peggiori sono di Senigallia, Umberto I-Lancisi e di Pesaro. Maglia nera anche per la percentuale di accessi al Pronto Soccorso inviati al ricovero con tempo di permanenza entro le 8 ore (72,8% a fronte di una media dell’88,3%).

Molto critica anche la percentuale di abbandoni dal Pronto Soccorso, ovvero il numero di pazienti che lasciano spontaneamente la struttura dopo l’accettazione, prima di essere visitati dal medico o dopo la visita ma prima della chiusura della cartella clinica. Anche in questo caso le Marche registrano una performance molto critica (6,7%, a fronte di una media del 4,6%). Civitanova M., Osimo e S. Benedetto del T. sono le strutture marchigiane con le performance peggiori.

Nel 2018, nelle Marche si registra un basso tasso di ospedalizzazione, tuttavia si rileva un’elevata percentuale di ricoveri oltre soglia per pazienti anziani, ovvero ricoveri con una durata superiore rispetto al tempo massimo previsto per la gestione di uno specifico quadro clinico. La performance relativa agli anziani in cure domiciliari con valutazione risulta essere tra le più basse del network: 2,9% a fronte di una media del 5,2%.

Per quanto riguarda i percorsi oncologici, i tempi di attesa prima del ricovero per gli interventi chirurgici sono complessivamente buoni e nella media, ad eccezione degli interventi relativi al tumore al retto, al polmone e alla mammella. Gli indicatori relativi agli screening oncologici sono complessivamente buoni.

Risulta migliorata la gestione del percorso materno-infantile ma permangono aspetti critici: anche nel 2018 si conferma un frequente ricorso al parto cesareo, peraltro in crescita rispetto al 2017.

Si confermano contenuti i tassi di ospedalizzazione per le patologie croniche. La durata delle degenze, sia per i ricoveri chirurgici, sia per la casistica di tipo medico, si attesta sui valori medi. Il livello di organizzazione dei processi ospedalieri è complessivamente in linea con le altre regioni.

Secondo Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari generali di CGIL CISL UIL Marche, “questi dati pongono l’accento sui punti deboli del sistema sanitario marchigiano, in particolare l’insufficienza della strutturazione dei servizi territoriali e di integrazione socio-sanitaria.  La trasformazione dei piccoli ospedali in strutture territoriali va  compensata con ulteriori importanti investimenti sulla rete dell’emergenza sanitaria, a partire da un s potenziamento delle Potes e della dotazione di Mezzi di Soccorso Avanzato. Urgente infine – aggiungono-  intervenire soprattutto sul versante dei Servizi per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro che rischiano di essere sempre più marginali nel sistema sanitario regionale”.

 

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