Sfollato Acquasanta Terme condannato a 2 mesi per “casetta abusiva”. Leonardi (Fdi) protesta

Acquasanta Terme (Ap) 3 luglio.- “Siamo terremotati, non abusivi. Era lo slogan di una protesta dei cittadini sfollati che chiedevano uno spiraglio normativo dopo le vicende emerse con i fatti di “nonna Peppina”. Fa male sapere della condanna inflitta con due mesi di arresto e una multa di 7500 euro al terremotato di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno) finito sotto processo per aver realizzato una sistemazione di emergenza, seppure senza i permessi necessari, al posto di una rimessa per attrezzi agricoli, nella frazione di San Vito. ” E’ quanto afferma il consigliere regionale di minoranza di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi.

Una piccola abitazione, un manufatto di legno facilmente rimovibile ma che in quel momento di emergenza  avrebbe potuto garantire allo sfollato e a suo padre, nel frattempo deceduto, un tetto sulla testa e un po’ di tranquillità, una sistemazione di fortuna realizzata a proprie spese su un terreno di proprietà. E che invece si è trasformato in una battaglia nelle aule di un tribunale. 

“Non si tratta di voler premiare chi non rispetta le regole – sostiene la Leonardi – ma di sottolineare come scelte sbagliate imposte fin dall’inizio siano sfociate in situazioni come quella del terremotato “abusivo” di Acquasanta, oggi condannato. Scelte sbagliate che hanno portato ad evidenti storture che considerano “abusive” persone che hanno perso tutto e che in una situazione di estrema necessità hanno impiegato i propri risparmi per trovare una soluzione immediata, soluzione che lo Stato non ha saputo garantirgli consegnando le Sae con enormi ritardi.”

Per il consigliere regionale “certe vicende devono  aprire una riflessione. Siamo passati dalla casetta di nonna Peppina ai vari interventi normativi successivi, che hanno cercato di mettere una pezza senza essere davvero efficaci (solo con il recentissimo emendamento allo Sblocca Cantieri si dà il via libera concretamente alle casette provvisorie). In questa direzione andavano le due proposte di legge che ho presentato nel settembre del 2017. La prima alla Regione Marche, per consentire la realizzazione di SAE in prossimità dei luoghi di origine e residenza, piccole casette removibili e temporanee, proposta di legge che è stata bocciata dalla maggioranza. La seconda era da inviare al Parlamento per modificare il codice nazionale del paesaggio, proprio per evitare le sanzioni per chi avesse realizzato le piccole casette durante l’emergenza post-terremoto. Scegliendo un’altra strada – conclude la Leonardi- che per me resta quella del buon senso da applicare poi a quella normativa, sicuramente si sarebbero potute evitare tante problematiche delle quali poi, alla fine, pagano i conti sempre e solo i terremotati.”

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