Sindacati Osimo a Salvini : ‘ Il lavoro è la prima fonte sicurezza..’

Osimo 8 maggio-. Il lavoro è la prima fonte di sicurezza per le famiglie e il territorio. E insieme ad esso il welfare e la solidarietà sociale. Lo scrivono i sindacati confederali di Osimo al Ministro dell Interno Matteo Salvini oggi e domani in visita nella Marche.

‘Nel Comune di Osimo -sostengono Cgil Cisl e Uil- si è evidenziata negli ultimi anni una riduzione delle imprese, in particolare nei settori del commercio e dell’ edilizia. Il lavoro è la prima fonte di sicurezza delle persone e l’elemento principale per la progettazione del futuro delle famiglie. Questa situazione va affrontata con serie politiche sul lavoro e sugli investimenti e non solo con interventi assistenzialistici. ‘

Poi entrano nel merito, parlando di sanità,  servizi sociali e tasse :’ Il territorio osimano e, in generale, quello della zona Sud di Ancona attende da anni la realizzazione di un ospedale di rete per un bacino di oltre 150 mila persone. I lavori di costruzione del nuovo ospedale, più volte avviati, sono ancora allo stadio delle fondamenta. Il diritto alla salute di questi cittadini non può aspettare i tempi biblici della burocrazia. Qui – aggiungono-
esiste un buon livello dei servizi sociali, i cui finanziamenti vanno preservati attraverso un sistema di tassazione equo e progressivo. Qualsiasi intervento sul sistema fiscale che appiattisca il prelievo a favore dei redditi più alti mette in grave pericolo tale sistema di welfare.’ Quanto al tema migranti i sindacati ricordano che ‘la provincia di Ancona e la Regione Marche hanno scelto il modello di “accoglienza diffusa” per integrare le persone migranti operando attraverso gli SPRAR. Perché il Governo depotenzia tale strumento che, non solo aveva garantito più integrazione e sicurezza, ma aveva anche creato tanti posti di lavoro qualificati e qualificanti per tanti giovani italiani e non?
Infine, riteniamo, nello spirito della nostra Costituzione antifascista, che siano da contrastare quei progetti di autonomia differenziata regionale per evitare di frantumare il sistema universalistico mettendo a rischio l’efficacia e l’efficienza dei servizi pubblici, nonchè l’esigibilità di diritti sociali fondamentali come l’Istruzione e la Sanità.’

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