Suicidio di Matteo, i politici : “Il sistema carcerario va rivisto”

Ancona.- Mentre la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo sul caso del suicidio in carcere a Montacuto del giovane Matteto Concetti, la politica si interroga sulla vicenda. Proponendo interventi e soluzioni alla spinosa e antica questione dell’affollamento degli istituti di pena ma anche alle modalità di gestione dei detenuti con problematiche sanitarie e psichiatriche rilevanti e a rischio.

Il capogruppo del Pd in consiglio regionale Maurizio Mangialardi chiede che venga ascoltati sul fatto sia il Garante dei Detenuti Giancarlo Giulianelli che il direttore del Dipartimento salute della Regione Antonio Draisci.

“Credo che il consiglio regionale abbia non solo solo il diritto, ma soprattutto il dovere di approfondire la drammatica vicenda segnata dal suicidio nella casa circondariale di Montacuto del giovane Matteo Concetti- afferma Mangialardi. Ho chiesto ufficialmente al presidente della IV commissione Sanità e Politiche sociali Nicola Baiocchi di convocare urgentemente una riunione che veda all’ordine del giorno le audizioni dell’avvocato Giancarlo Giulianelli e del dottor Antonio Draisci. Penso che la Regione non possa far finta di nulla di fronte a questo gravissimo episodio: i consiglieri regionali devono essere messi in condizione di avere tutti gli elementi per capire ciò che è accaduto, considerato anche che la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio e disposto l’autopsia sul corpo del giovane per chiarire le cause della morte”.

Per il capogruppo Pd la Regione si deve attivare per dare soluzione alla “precaria situazione degli istituti penali marchigiani, segnati da gravi problemi di sovraffollamento, specie a Montacuto e Villa Fastiggi”.

Dal canto suo il consigliere di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli afferma che “il suicidio di Matteo Concetti dovrebbe portare i giudici a valutare con maggiore attenzione ogni storia giudiziaria e ogni soggetto colpevole e l’adozione di misure alternative in comunità o in strutture sanitarie”.

E spiega : “La popolazione carceraria in percentuali estremamente significative presenta disturbi gravi di personalità, magari non di rilievo giuridico, disagio psico-sociale o veri e propri disturbi mentali, frequentemente generati dalla tossicodipendenza. Esattamente il 30% della popolazione carceraria è tossicodipendenti, il che comporta in maniera prevalente una doppia diagnosi di disagio psichico e uso di sostanze, un 10% sono persone affette da disturbi mentali gravi, inoltre, il 20% assume stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi ed addirittura il 40,3% sedativi o ipnotici. Tutto ciò significa che esiste una correlazione prevalente tra persone disfunzionali e carcere rispetto alla semplice criminalità.

Questa tragedia – aggiunge Ciccioli- che mette in luce, ancora una volta, come il sistema carcerario italiano debba essere rivisto, soprattutto per di chi soffre di patologie psichiatriche latenti e non solo evidenti e diagnosticate. Mi riferisco al suicidio di Matteo Concetti, 25enne, che si è impiccato nel bagno della sua cella in isolamento del carcere di Montacuto e per il quale esprimo cordoglio ai suoi familiari. La giustizia farà il suo corso. Anche se è la stessa giustizia che per un ritardo dal rientro da lavoro, ha pensato bene di rispedirlo in una cella per scontare il residuo di pena rimastagli, 8 mesi. Un particolare non di poco conto, questo. Infatti, era del tutto evidente che si potesse valutare la situazione, visto che allo stato attuale, si era trattato di una singola inadempienza.

Il tutto, quindi, attraverso una valutazione dei giudici con una maggiore attenzione ad ogni storia giudiziaria e ogni soggetto colpevole e, dunque, l’adozione di misure alternative in comunità o in strutture sanitarie. Invece, nonostante la conclamata problematica dovuta al sovraffollamento carcerario, di fronte a un giovane con patologie psichiatriche, con un numero decisamente inferiore di agenti di polizia penitenziaria, e con scarsità di personale sanitario specializzato all’interno delle strutture carcerarie, si è deciso di rimandarlo in una cella. Dalla quale, purtroppo, ne è uscito cadavere. Sono contrario alla speculazione politica, ma non si può sottacere come solo negli ultimi 10 anni, i governi che si sono succeduti alla guida della Nazione non siano stati in grado di affrontare la questione carceraria nel miglior modo possibile.”

 

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