Sulle pmi manifatturiere pesa il “caro” credito

Ancona.- L’incremento dei costi energetici e delle materie prime, l’inflazione e il conseguente aumento del costo del denaro, hanno messo a dura prova la resistenza e la competitività degli artigiani e delle micro e piccole imprese marchigiane.

Ad un primo trimestre dell’anno positivo è seguito un rallentamento del manifatturiero e anche delle costruzioni. Bene il comparto dei servizi e anche la meccanica.

Certamente nelle Marche, regione manifatturiera per eccellenza (con 15.000 imprese e 142.000 addetti) hanno pesato in maniera più marcata la crisi, l’inflazione, il rincaro delle materie prime ed anche la guerra che ha bloccato alcuni importanti mercati. Ma il nostro tessuto produttivo e dei servizi ha dimostrato la flessibilità e le caratteristiche necessarie per rimanere sul mercato.

“Gli imprenditori marchigiani- sottolinea Emanuele Pepa Presidente di Confartigianato Marche- hanno saputo reagire. Secondo una ricerca dell’ufficio studi di Confartigianato Marche il 56,9 %  ha migliorato i propri prodotti e servizi, il 43,1 % ha tagliato i costi aumentando l’efficienza produttiva, il  30,8 % ha effettuato investimenti in innovazione .”

Sono 124.638 le MPI delle Marche il 99,4% del totale con  328.000 addetti, il 76% del totale. Il made in Italy, è la storia, la cultura, l’economia delle Marche. I protagonisti sono artigiani e piccole imprese.

“E’ un settore che ha retto, ribadisce il Presidente  Pepa- confermandosi per la nostra regione un patrimonio prezioso da tutelare. Ragione per cui diventa inderogabile tarare le misure di politica economica a sostegno di questi settori. Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Banca d’Italia l’impatto del caro tassi sul costo del credito alle micro e piccole imprese della regione Marche è di 173 milioni ( tassi maggio 2023)  Confartigianato chiede un concreto supporto alle imprese per contenere l’inflazione, ridurre i tassi di interesse, favorire i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese.

Chiediamo pertanto di rifinanziare immediatamente l’accesso al credito agevolato tramite i Confidi garantendo non solo il rimborso alle imprese che hanno giĂ  investito ma anche l’operativitĂ  per tutto il 2023 e per il prossimo anno.”

 

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