Siamo alle solite. Il turismo nelle Marche fatto solo per se stessi. Cioè per quelli che l’organizzano e lo finanziano. Non certo per quelli che dovrebbero esserne i beneficiari. Cioè i turisti, i visitatori, gli appassionati di qualsiasi tipo di ricchezza, prodotto o bellezza regionale. Italiani o stranieri che siano. Siamo alle solite. Continuiamo nella nostra bella regione, già semiparalizzata per il terremoto in gran parte della zona montana meridionale, a produrre eventi del tutto scollegati tra loro. Eventi anche di qualità certo, enogastronomici soprattutto, centrati sul vino o sul tartufo, o qualunque altro “gioiello”. Ma senza mostrare alcuna attenzione per quelli che dovrebbero essere i destinatari veri e finali di questi progetti. Si fanno ancora, questi benedetti eventi – come 5 o 10 o come 20 anni fa : solo per quelli che li organizzano o per le congreghe che li sostengono. Ma quale valorizzazione dei prodotti e del territorio ! Già in Umbria o nel vicino Abruzzo se ne fregano di noi. Figuriamoci nel resto d’Italia o all’estero. Ma noi, marchigiani di terra e di mare, di collina o di montagna, del centro o del sud del territorio, continuiamo sempre nella stessa maniera. Da provinciali o da indifferenti, il che è la stessa cosa. Sia che realizziamo incontri fuori regione, sia che li facciamo dentro. Ieri qualcuno degli esperti di valorizzazione ha detto, giustamente – e in un consesso internazionale in Emilia Romagna – che a causa del terremoto c’è stato un crollo del movimento turistico. Tutto vero. Ma è continuando a procedere in ordine sparso e come prima che lo risolleviamo, il movimento ( mare escluso) ? Ogni paese o provincia si fa il loro piccolo appuntamento, anche nel cratere sismico, ed è come se fossero sole al mondo. E’ incredibile come questi signori che gesticono tali programmi, possano davvero pensare che così il turismo e tuttele filiere collegate dell’interno si riprendano. Specie se le strade non si riparano, gli alberghi non si sistemano, la comunicazione a grandi livelli non viene fatta. Ed infatti forse, loro – questi signori alla ripresa non ci pensano proprio. Pensano solo al proprio orticello, e non gli importa nulla ne dei turisti ne del territorio. Si fanno le mega associazioni e consorzi perchè non c’è via d’uscita, ma si procede senza una direzione, senza un progetto , senza un innovazione. Si fanno le mega associazioni e i consorzi per prendere forse – i fondi europei – e poi chi si è visto si è visto. Si fanno le sagre locali chiamandole con un altro nome, ma sempre sagre di paese restano. In tutte le aree delle Marche, senza esclusione. Ad Ancona, Fermo, Ascoli e via discorrendo. Che tristezza ! Forse il vero evento adesso sarebbe quello di non far nulla, di non organizzare nulla, ma pensare davvero al futuro del territorio. Ricominciando da zero.
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