Un Centro per migranti a Falconara ? Pd chiede risposte

Ancona.- “Apprendo da fonti giornalistiche nazionali che uno dei chiacchierati CPR, ossia la nuova trovata del governo Meloni per stipare i migranti in arrivo, sarebbe previsto a Falconara, nelle vicinanze dell’aeroporto. Il mio sconcerto di fronte a questa notizia aumenta ancora di più rispetto al silenzio del governatore Acquaroli.” Lo afferma in una nota la segretaria regionale del Partito Democratico, Chantal Bomprezzi.

“È un dato di fatto che gli sbarchi non solo non siano diminuiti da quando Giorgia Meloni governa questo Paese, ma persino aumentati. La prova provata – sostiene la Bomprezzi – che questa situazione non si può risolvere con modalità populiste. Le migrazioni esistono e non si può far finta di sapere fermare l’acqua con le mani. Piuttosto, andrebbero ascoltati i sindaci, anziché scaricare su di loro i problemi, affrontare l’emergenza con modelli di accoglienza diffusa, partendo dagli esempi virtuosi. ”

Secondo la segretaria Pd con questa modalità, invece si stipano persone come “carne da macello, senza alcuna umanità e rispetto e senza una prospettiva di come gestirli.”

Chantal Bomprezzi

Eppoi l’attacco al governatore Acquaroli : “Oltre a prendere ordini politici dalla Meloni, ha considerato gli aspetti sociali di questa assurda modalità di gestione? Ha discusso di questo in consiglio regionale, con i sindaci delle Marche?”.

La questione dell’immigrazione sta diventando sempre più scottante. E lo sarà sempre di più nei prossimi mesi, nonostante le promesse governative in campagna elettorale. Anche se a ben vedere, c’è da considerare che l’esplosione di arrivi di africani a Lampedusa degli ultimi giorni – in una notte oltre 6 mila – è provocata non solo dal perdurare delle buone condizione meteo – che favoriscono trafficanti e mafiosi – ma anche da un fatto che solo i bene informati conoscono.

A luglio fu firmato un trattato tra la Tunisia e l’Unione Europea, con l’avallo dell’Italia che prevedeva stanziamenti per 900 milioni di euro in cambio di un controllo degli sbarchi e di altre azioni. Di questi subito dovevano arrivare alla casse del disastrato paese nordafricano 225 milioni. Soldi che non sono mai arrivati. Da qui forse, il via libera alle partenze da Sfax e altri porti della Tunisia…

mt

 

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