Valle Castellana verso la Regione Marche. Via libera al referendum

Ascoli Piceno 21 settembre.- Valle Castellana verso le Marche. La Corte di Cassazione ha dato il via libera per lo svolgimento del referendum proposto da un Comitato del Comune dei Monti della Laga al confine con ad Ascoli, per ottenere il passaggio dalla regione Abruzzo alla regione Marche. Lo hanno annunciato oggi nel capoluogo piceno, presso la sede del CUP un consigliere comunale del paese, due esponenti del Comitato stesso e il consulente giuridico Achille Buonfigli.

Dopo un secolo di battaglie dunque, Valle Castellana – 1200 abitanti, 43 frazioni che gravitano sull’Ascolano da sempre , 132 km quadrati di superficie – riesce a fare un primo passo per staccarsi dalla provincia di Teramo ed entrare , in caso di vittoria nella consultazione popolare  in quella di Ascoli. Dopo la delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale del centro abruzzese a giugno, e la presentazione all’Ufficio centrale per il referendum, la Corte di Cassazione ha emesso in 15 giorni un decreto favorevole, nella data del 19 settembre. Esistono dunque tutti i presupposti di legge affinchè il voto possa essere svolto.

Ma perchè questo progetto ? ” Perchè non solo siamo molto più vicini ad Ascoli, 18 km che a a Teramo che ne dista 40 – ha risposto il consigliere comunale Giulio Giovannini – ma tutti i servizi, le attività, la vita sociale gravità sull’Ascolano. La maggioranza dei residenti lavora nel Piceno, utilizza l’ospedale per curarsi, va a scuola sempre ad Ascoli, ma non gode dei benefici di quelli che risiedono nelle Marche. E l’Abruzzo e il teramano non considerano Valle Castellana e le sue frazioni come dovrebbero, a cominciare dalle necessità di collegamenti e servizi per la gente. ”

A spingere il paese che si estende con il suo territorio per una vasta area montuosa a sud del Tronto, anche la disponibilità dei comuni marchigiani vicini, come Acquasanta Terme a collaborare per la gestione di molti servizi, dai trasporti alla raccolta dei rifiuti : “Se ci avessero detto no, non vi vogliamo – sottolinea ancora Giovannini – ci saremmo fermati. Ma invece vogliono aiutarci, e noi abbiamo avviato il progetto che speriamo possa avere un esito positivo.”

Ciò significa che non solo devono esprimersi per il si, quando si terrà il referendumil 50% +1 degli aventi diritto al voto, che sono 950. Ma che poi tutta la trafila governativa e parlamentare vada a compimento con un disegno di legge specifico che certifichi il passaggio di Valle Castellana alle Marche. ” Dopo il decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno – ha ricordato l’avv. Buonfigli – si potrebbe andare a votare entro il mese di marzo 2020. Ma ci potrebbe anche essere un ritardo fino ad un anno, nel caso la consultazione venga accorpata con altri referendum in calendario. Di certo – ha aggiunto – se l’iniziativa avrà il via libera dalla popolazione residente, poi resteranno al Parlamento 60 giorni per dare corso ad uno specifico disegno di legge.”

I membri del Comitato, compreso il segretario Nazzareno Capponi e l’altro esponente Fernando Paradisi, ci credono certamente. Anchè perchè i vantaggi economici potrebbe essere anche rapidi, a cominciare dall’apertura a sud dei comuni ricadenti nel Consorzio di Bacino Imbrifero del Tronto, ente che sta investendo molto nel Piceno in termini di servizi e attività di rilancio. Tutta l’area montuosa del paese ora abruzzese potrebbe beneficiarne, e molti non aspettano altro. L’unica incognita, l’età media alta della popolazione residente nelle decine di frazioni di Valle Castellana, oltre a quelli che risiedono nei pochi borgi che si affacciano sul teramano. I queli potrebbero essere indifferenti ad una scelta politica che non sentono come fondamentale. Ma ormai il dado è tratto, e anche loro dovranno votare ed esprimersi in un senso o nell’altro.

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