Vertenza Auchan-Sma, 800 posti a rischio. Presidio ad Ancona il 30 ottobre

Ancona 28 ottobre.- A sostegno dello sciopero indetto dalle Federazioni nazionali di categoria per il  30 ottobre, anche i sindacati di categoria aderenti a Cgil, Cisl e Uil regionali organizzeranno un presidio ad Ancona, davanti alla sede dell’Auchan dalle ore 9 alle 12, dove confluiranno i lavoratori della rete vendita, del deposito e della sede amministrativa di Sma, che non potranno partecipare alla manifestazione nazionale  al Ministero dello sviluppo economico dove avrà luogo l’incontro con i vertici CONAD – BDC.

“Per ragioni di sicurezza – spiegano i sindacati- solo una rappresentanza di lavoratori potrà portare sino a Roma le ragioni di una protesta che trova origine nell’ostinato atteggiamento di chiusura tenuto da Conad nel lungo quanto improduttivo confronto nazionale. Un’ operazione chirurgica precisa – affermano i sindacati- ma non indolore quella di Conad dopo l’acquisizione del pacchetto azionario di Auchan-Sma. Mentre si autoproclama l’unico operatore del settore in grado di salvare Auchan dal fallimento, smembra sapientemente il colosso francese, tiene per sé le realtà performanti e lascia sul campo punti di vendita diretti, affiliati, sedi logistiche e sedi secondarie per i quali l’unica certezza è che per il momento il piano industriale non li contempla.”

E nel frattempo , sul territorio mentre si tagliano i nastri di inaugurazione che segnano il riavvio dei punti vendita acquisiti,  viene annunciata sui tavoli di confronto sindacali  la vendita delle realtà in sovrapposizione con la rete Conad. E questo senza garanzie occupazionali rispetto agli addetti del gruppo acquisito.

“La trattativa nazionale – aggiungono le organizzazioni sindacali- ha registrato come grandi assenti anche la tutela delle condizioni di lavoro, le garanzie sul perimetro degli appalti e dei servizi in cui operano migliaia di addetti, la garanzie degli ammortizzatori sociali, l’articolo 18 e il vincolo di responsabilità delle cooperative CONAD . Per questo la regione Marche è candidata a pagare un prezzo che non può permettersi: il mercato del lavoro locale,   già ferito dalla crisi del manifatturiero, non sarà in grado di riassorbire le espulsioni previste.  A tremare in definitiva – sostengono i sindacati – sono gli oltre 800 dipendenti della sede amministrativa, del deposito di Osimo, dei punti vendita non performanti, delle superfici più grandi che potrebbero essere ridotte e riportare esuberi o dei tanti negozi di vicinato legati a Sma dal rapporto di affiliazione commerciale che sembrano non interessare a CONAD.”

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