Vino marchigiano, annata di grande qualitĂ . E l’export cresce del 4%

Ancona 17 settembre.- I vini marchigiani promettono bene anche quest’anno, nonostante la lieve flessione in termini di produzione prevista per il 2019. Secondo gli ultimi dati di settore, infatti, la produzione di vini in Italia registrerà un lieve calo quest’anno, rientrando però perfettamente nella nostra media nazionale. Meno uva, dunque, ma  di ottima qualità: più dell’80% della produzione è destinata a etichette Doc, Docg e Igt, denominazioni maggiormente distintive del territorio e che sono per questo molto apprezzate sia in Italia sia all’estero.

Vendemmia 2019: le previsioni degli esperti

Prendendo in considerazione i dati del comparto, nonostante ci si attenda un calo produttivo del 10% circa, si prevede un 2019 molto positivo per i vini marchigiani come il Verdicchio (bianco fermo più premiato d’Italia da ben 4 anni), il Pecorino e la Passerina, che sono tra i più apprezzati in Italia e che, non a caso, compaiono anche nella selezione di etichette di vini italiani online su Tannico.it. Per quanto riguarda le esportazioni, il 2018 aveva già fatto registrare risultati importanti, che quest’anno non faranno che crescere ulteriormente. Lo scorso anno il valore dell’export è arrivato infatti a 57 milioni di euro, e i primi mesi del 2019 promettono bene, segnando già un +4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nonostante sia previsto un lieve calo di produzione nazionale, con una produzione che arriva a quota 46 milioni di ettolitri ed è in netto contrasto rispetto alle cifre eccezionali raggiunte lo scorso anno, la leadership mondiale dell’Italia in questo settore appare comunque confermata. Il nostro Paese resta  in testa nella classifica dei produttori , davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor: secondo le stime, infatti, la Francia non supererà i 43,4 milioni di ettolitri di vino e la Spagna si fermerà a circa 40 milioni.

Le cause della flessione di quest’anno

 Al contrario di quanto è accaduto lo scorso anno, in molte zone d’Italia quest’anno ci sarà dunque un’inversione di rotta per quanto concerne la produzione di vino. Si tratta di una situazione che risulta essere legata soprattutto al rallentamento del ciclo vegetativo della vite (dovuta alla variabilità delle condizioni meteorologiche che si sono verificate quest’anno) e che ha causato dunque un ritardo generale della maturazione dell’uva, in particolare quella bianca. Tale ritardo però non è da intendersi come negativo, in quanto fa rientrare la vendemmia di questo 2019 nel periodo “tradizionale”, in contrasto rispetto ai numerosi anticipi che hanno caratterizzato gli ultimi anni a questa parte.

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