Il biologico marchigiano innova e cresce

Pesaro .- Una carica di innovazione per il biologico marchigiano. E’ il cuore del progetto Biodiversity2food, promosso dal Consorzio Marche Biologiche. I risultati del progetto sono stati illustrati nel corso del convegno conclusivo tenutosi nei giorni scorsi a Montefelcino (PU), presso il Ristorante il Torchio.

“Con il progetto Biodiversity2food – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Francesco Torriani – siamo riusciti a dare delle risposte concrete in termini di innovazione della nostra filiera, specializzata nella coltivazione dei seminativi con metodo biologico. Un progetto che ci ha permesso di applicare soluzioni immediate nelle varie fasi del processo produttivo e di apprezzarne altrettanto velocemente i risultati.”

Il nuovo distretto

Un contributo anche per il nuovo Distretto Biologico Marche, costituito per iniziativa della Regione: nel corso del convegno, il vice presidente della Giunta regionale e assessore all’agricoltura Mirco Carloni ha sottolineato l’importanza del Distretto nel promuovere il biologico marchigiano, evidenziando il ruolo da protagonista del Consorzio in questo disegno.

La presentazione dei risultati del progetto è stata affidata a Roberto Papa, Francesco Solfanelli e Raffaele Zanoli dell’Università Politecnica delle Marche, Pasquale De Vita del Crea/CI di Foggia, Antonella Petrini del Cermis di Tolentino, Daniela Bellini della Gino Girolomoni Cooperativa e Francesca Falconi di LCA lab srl, spin-off ENEA.

Criticità e soluzioni

Per ogni fase della filiera sono state individuate le principali criticità e fornite soluzioni: dalla coltivazione (gestione della rotazione colturale e modalità di semina) alla scelta delle sementi (recupero e caratterizzazione delle varietà antiche, selezione e moltiplicazione di nuovo materiale genetico adatto per il sistema biologico), dalla trasformazione dei cereali (prove di molitura e pastificazione per migliorare la qualità dei prodotti) al monitoraggio della sostenibilità economica (costi di produzione e distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera), dalla sostenibilità ambientale (uso di mezzi tecnici e consumo di energia) alle strategie di comunicazione.

È seguita una tavola rotonda molto partecipata, che ha permesso un confronto per definire le priorità sul fronte ricerca e innovazione ed orientare così i nuovi progetti; oltre a Mirco Carloni e Francesco Torriani, hanno partecipato Giovanni Battista Girolomoni della Gino Girolomoni Cooperativa, Davide Neri di Univpm, Pier Giacomo Bianchi di Crea, Andrea Bordoni della Regione Marche (Servizio Agricoltura) e Paolo Torrelli del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Consorzio con 400 aziende

La filiera specializzata nei seminativi biologici promossa dal Consorzio Marche Biologiche coinvolge oltre 400 aziende, per un totale di 35.000 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), di cui 8.000 contrattualizzati in filiera (5.000 ettari di cereali, a seguire colture oleaginose, proteaginose e foraggere da seme); si tratta dunque di una filiera di notevole importanza nel territorio regionale.

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