Parte il Verdicchio Matelica Festival, con degustazioni, musica e convegni. Salvare i vigneti storici

Il vino Verdicchio di Matelica festeggia 51 anni. E lo fa con il “Verdicchio Matelica Festival”, una due giorni di eventi per appassionati e operatori in programma il 20 e 21 luglio, data quest’ultima in cui è stata pubblicata l’approvazione della Doc sulla Gazzetta Ufficiale nel 1967. Si parte venerdì 20 con il convegno “Il Matelica: Verdicchio tra scienza e fantascienza” (teatro comunale G. Piermarini, alle 17 ): obiettivo la salvaguardia dei vigneti storici anche attraverso lo sviluppo della genetica di precisione a difesa da patologie e mutamenti climatici, senza tralasciare le strategie di comunicazione per la Doc. Se ne parla con Attilio Scienza, docente di viticoltura all’Università di Milano, e con il giornalista Carlo Cambi. “Per l’occasione il centro storico di Matelica diventa il testimonial dell’autoctono bianco – ha detto Antonio Centocanti, presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini -. Con questa manifestazione vogliamo ribadire la centralità per il territorio di una doc che, con circa 250 ettari vitati, è la denominazione di bianco più premiata tra le più piccole in Italia. Un fenomeno unico per il rapporto tra la superficie vitata e l’incidenza di riconoscimenti da parte della critica di settore”.

Tra gli appuntamenti golosi del festival, venerdì sera una cena in piazza con 13 etichette di Verdicchio in degustazione e il cooking show dei due chef marchigiani Serena D’Alesio (Marchese del Grillo, Fabriano) ed Enrico Mazzaroni (Il Tiglio in Vita, Porto Recanati), mentre sabato si prosegue con lo street food e la partecipazione di tutti i ristoranti matelicesi, ciascuno con una proposta di abbinamento al grande bianco delle Marche. Ad animare la serata la musica di Sergio Muniz & Band e il dj set di Faiz.

Il Verdicchio di Matelica

Doc nel 1967 e Docg dal 2010 nella tipologia “Riserva”, si produce in una zona geografica che comprende 8 comuni tra le province di Macerata e Ancona: Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino, Pioraco, Cerreto D’Esi e Fabriano. Un territorio che per posizione, altitudine e caratteristiche del terreno conferisce al vino spiccate sensazioni minerali, che lo distinguono dal ‘cugino’ di Jesi. Previste nella Doc anche le versioni spumante e passito.

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